Il sorriso mi prese e con un pugno lo stese Scappai, sofferente e urlante ma solo il silenzio mi pretese,
Devastanti come tsunami le paure mie. Mente, stomaco e cuore vittime immolate sull’altare d’indicibili fobie. Naufraga, spoglia di tutto, ma
“Ho voglia di sentirmi viva” mi dici, mentre sei persa negli occhi. Foglia al vento, tremi, fragile. D’un tratto, un
Tante volte, mi hai fatta prigioniera; tante quante le volte in cui ho lasciato che prendessi il meglio di me,
Tra questi vicoli stretti come viscere attaccate alla pelle, uno spiraglio di luce spinge. Ma non trova alcuno spazio che,
Mi domando se una via di fuga c’è a questo dolore che ci consuma e ci rende schiavi dell’abitudine di
Scrittura come cura dalla solitudine che mi sono creato da quella a cui mi sento destinato. Scrittura come compagna come
Poli opposti che si attraggono senza toccarsi mai. Rette parallele, noi due ché viaggiamo sulla stessa direzione, senza trovare un
Vorrei mi chiamassi, in piena notte, per addormentarmi ancora con la tua voce che risuona dentro me come una dolcissima
Piove. Guardando la città che muore, provo a disegnare i tuoi confini con le dita sui vetri annebbiati dal mio
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